L’albero del castagno risale all’era del Miocene ed è riuscito a sopravvivere nelle
ere glaciali. È giunto fino all’era dei Romani che probabilmente lo importarono
dall’Oriente durante i loro scambi commerciali.
Essi distinguevano due varietà: il marrone che loro indicavano con il nome di
BALANUS, più grosso e saporito, e la comune CASTANEA.
Probabilmente le varietà (o ecotipi) dei marroni presenti qui in valle di Susa è stata portata
dai monaci fiorentini che, intorno al XIII secolo d.C., fondarono nuovi monasteri sulle nostre
montagne.
Il marrone si è diffuso nelle zone povere di calcare, dove la temperatura media è tra i +7°C e i +16°C.
Vive ad una altezza compresa tra i 300 e i 1000 m s.l.m.
Nella bassa valle di Susa troviamo i castagneti a Villar Focchiardo, San Giorio di Susa, Bussoleno, Mattie, Venaus, Novalesa e Vaie.
L’introduzione delle piante di castagno sul territorio di Villar Focchiardo, pare risalga
al primo millennio;
possono superare i cinque secoli di vita e le più vecchie ceppaie si trovano proprio
nella zona tra Villar Focchiardo e San Giorio, dove, verso la fine dell’anno 1200,
l’Ordine dei Templari possedeva il castagneto forse più grande della Valle di Susa.
Come si può leggere negli archivi storici, nel 1863 l’Amministrazione comunale richiedeva alla
Superiore Autorità il permesso di effettuare due fiere annuali, da tenersi una il terzo
giovedì d’aprile e l’altra il secondo lunedì d’ottobre. L’una utilizzata per commerciare
essenzialmente sementi e animali ad inizio dell’attività agricola annuale è oggi rievocata
da Villar Focchiardo in fiore, mentre la fiera autunnale, dedicata alla compravendita
dei raccolti ed in particolar modo dei Marroni, con il passar del tempo si è spostata
alla terza domenica d’ottobre e, via via crescendo d’importanza, occupa ora il terzo
fine settimana, con la veste di
Sagra Valsusina del Marrone e Mostra Mercato dei prodotti agricoli, ortofrutticoli,
artigianali e commerciali valsusini.
l Marroni sono divenuti il simbolo del paese e con loro sono nati nel 1979 Pero e Gepa,
ovvero lo “Desbattor”, uomo che con una lunga pertica fa’ cadere i ricci dalle piante di
castagno, e la “Rapoloira”, donna che si occupa della raccolta dei “frutti” a terra.
Due figure che rappresentano il Marrone e Villar Focchiardo non solo alla Sagra locale,
ma anche in altri paesi ove venga richiesta la loro presenza, accompagnati dal gruppo
costumistico che li affianca, dai “brusatairo” uomini addetti alla preparazione della brusatà
ovvero delle caldarroste, il tutto allietato dalle note dei “Barbis du Vilè”.