La più antica sagra a livello nazionale dedicata al Marrone si tiene a Villar Focchiardo.
Risale al Dopoguerra a conferma di un paese che vive in simbiosi con i castagneti che lo circondano. Il tutto organizzato dalla Pro loco in collaborazione con il Comune e con le associazioni locali.
In occasione della Sagra i villarfocchiardesi si contendono la palma del Miglior Produttore con la gara del peso: ogni coltivatore infatti presenta i suoi 50 frutti di maggior pezzatura e viene incoronato Miglior Produttore dell’anno colui che fa registrare il peso più alto in assoluto.
Alquanto prestigioso, non solo per il valore economico, è il “Marrone d’Oro” che ogni anno viene conferito dalla ditta Cavargna, la più antica famiglia di raccoglitori all’ingrosso di castagne in Valle, a quel castanicoltore che più si è distinto nella cura e nella valorizzazione del marrone: un premio alla carriera.
Altro tradizionale concorso è quello delle composizioni, che vede ogni anno i villarfocchiardesi in gara a chi esprime più fantasia e bravura nell’utilizzare i marroni per creare personaggi e ambientazioni.
Ma la Sagra del Marrone è soprattutto bagno di folla per la “brusatà”, ovvero per la distribuzione di caldarroste preparate dai “brusatairo”. A guidarli le due fi gure chiave della festa che si rifanno ad una secolare tradizione paesana: “Perù e Gepa”, ovvero “lo Desbatur” e “la Rapoloira” colui che con lunghe pertiche batteva i ricci sugli alberi per far cadere in terra le castagne e colei che le raccoglieva.
Per l’intera domenica la colonnasonora è offerta da un colorato gruppo musicale locale, i “Barbis du Vile”.
(Terza domenica di Ottobre dal 1949).