Per gli impianti esistenti un tempo produttivi, ma trascurati da un lungo abbandono è possibile un buon recupero procedendo come segue:
- Disboscare accuratamente tutti gli alberi estranei al castagno,
che deve diventare sovrano abitatore della zona ed unico fruitore delle risorse del terreno. - Tagliare i rami secchi o malati delle piante di castagno in cura. Dopo i grandi
tagli è necessario coprire bene le ferite con mastice protettivo a pennello.Se i tagli sono fatti con la sega o la motosega è utile rifilare il bordo con un coltello o col
falcetto (roncola) seguendone l’intera periferia.Far seguire comunque l’applicazione del mastice protettivo. Ricordarsi che i tagli devono
essere molto aderenti al tronco portante. - Tagliare accuratamente ed estirpare i polloni radicali che a volte
raggiungono grandi dimensioni. - Sistemare il terreno in modo che si possano irrigare le piante. In caso
di mancanza di canaletti irrigui con acque di derivazione, veri gioielli un tempo di
ingegneria montana contadina e veri monumenti al lavoro, creare dei piccoli avvalli
per trattenere le acque nei terreni con pendenza. Questi piccoli cataletti devono
risultare sotto la protezione della chioma ed essere abbastanza concentrici. Sono
anche utili per trattenere i ricci che cadono maturi o abbattuti a pertica. - Concimazione: apportare concime organico ben maturo da mescolarsi
alle foglie (stallatico, pollina) al piede delle ceppaie innestate o dei castagni potati
(80-100 q.li/ettaro), oppure concime organico spargendolo sotto la proiezione della
chioma (200/250 kg/ettaro per il terziario N.P.K. 8.24.24).È importante rivitalizzare subito il terreno per il castagno specie se la
vegetazione asportata (nata dall’incuria) era abbondante. - Se gli alberi erano ancora sani risponderanno alla cura con emissione di nuovi getti e
rinnovata, buona produzione. Bisogna seguire il risviluppo ed intervenire
con potature per diradare i getti. Bisogna continuare con un ciclo annuale di concimazione
intervenendo sulle alte piante solo per asportare i rami secchi o quelli che non sono
guariti e ripresi.