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Escursioni

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Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè

Villar Focchiardo, avendo gran parte del territorio montano compreso nel Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè, è punto ideale d’appoggio per gite ed escursioni attraverso sentieri che permettono di raggiungere luoghi incantevoli dal punto di vista paesaggistico, naturalistico, storico e culturale.

Il Parco è stato istituito nel 1980 ed è uno dei più estesi del Piemonte.
Il nome deriva da Orsiera ovvero Monte degli Orsi e Rocciavrè Monte delle capre, da intendersi, probabilmente, come stambecchi e camosci.
E’ situato al centro delle valli Chisone, Susa e Sangone.
Realizzato per mantenere intatto l’ecosistema, si occupa della difesa di fauna e flora alpine, entro i suoi 11.000 ettari, in un’altitudine che va’ dai 1.000 ai 2.878 metri del Monte Orsiera.

Varia la fauna presente: camosci, cerbiatti, stambecchi, ermellini, cervi, aquile, tassi, volpi e marmotte, certo, queste ultime, uno degli animali più simpatici dell’area protetta, divenute anche il simbolo del Parco.

La vegetazione è multicolore: dai boschi di faggi, betulle, larici, castagni e querce, si passa alle foreste di conifere ed ai prati d’alta quota.

I sentieri presenti nel Parco hanno diversi gradi di difficoltà e ciò permette a tutti di conoscere la montagna.
Strade carrozzabili che partono dal centro abitato, permettono di raggiungere direttamente alcuni luoghi montani altamente suggestivi, oppure punti di partenza per vere e proprie escursioni fuori ed all’interno dei confini del Parco, anche in mountain bike. Se ne citano qui alcuni, lasciando agli appassionati la possibilità di scoprire luoghi altrettanto spettacolari.

Sentiero dei Franchi

Il Parco Orsiera -Rocciavrè è attraversato dal “Sentiero dei Franchi”, che, dopo anni d’abbandono, è stato riaperto nel 1982, partendo da Oulx per giungere fino alla Sacra di San Michele.

Detto sentiero collega la Sacra di S. Michele con i siti di Montebenedetto, Banda, Madonna della Losa e Oulx.

Si narra che per questa strada siano passate molte armate, tra le quali, la più famosa sia quella di Carlo Magno, sceso in Italia per combattere i Longobardi alle Chiuse nel 773.

Questo avvenimento fornì lo spunto per attribuire il nome al sentiero.

Altro itinerario degno di nota, presente sulle montagne di Villar Focchiardo, è il GTA, “Grande Traversata delle Alpi”.

Certosa di Montebenedetto

Percorrendo la carrozzabile che sale fino all’alpeggio Casotto-Fumavecchia, a circa metà percorso, una deviazione a destra porta alla Certosa di Montebenedetto.
Anche la mulattiera che dal paese sale alla Certosa, è stata ripristinata per permettere il raggiungimento del luogo a piedi in ore 1,45.

I certosini, ordine monastico contemplativo, giunsero in Valle nel 1189 e si stabilirono alla Losa, località sopra Gravere.
Nel corso del XIII sec., si trasferirono a Montebenedetto, dove rimasero fino al 1498.
Questo spostamento segna l’inizio di un decollo economico che non conosce tregua: sono numerose le fonti documentarie che testimoniano accanto alle numerose donazioni di terre, somme di denaro, prodotti in natura e decime, le acquisizioni fatte dagli stessi certosini al fine di costituire un patrimonio fondiario omogeneo, concentrato nella media-bassa Valle di Susa tra Villar Focchiardo e Avigliana.
Quest’espansione è strettamente legata alla posizione di privilegio di cui l’Ordine beneficiò sempre da parte di Casa Savoia ed altri signori del luogo come i Baratonia di Villar Focchiardo e i Reano.
Il territorio della Certosa fu donato ai certosini nel 1210 da Tommaso I, figlio di Umberto III il Beato.

La Certosa di Montebenedetto, situata nel Vallone del Gravio a 1180 mt. di quota, comprende una grande chiesa in stile romanico-gotico ad unica navata, coperta da volta a sesto acuto e riceve luce da tre grandi finestre ad arco, aperte su ogni lato, più due finestroni, uno a levante che illumina l’altare ed uno a ponente, sormontato da un’apertura a croce, che illumina il sottotetto.
Nella parte centrale del cortile, si erge la sede abbaziale; chiude il cortile il complesso abitativo dei monaci, nel quale si accedeva da un ingresso ad arco ancora ben visibile, sormontato da un pregevole e, purtroppo, deteriorato affresco raffigurante la Vergine assisa su una cattedra con il Bambino, affiancata da due Angeli tutelari ed ai suoi piedi tre figure di certosini oranti.

Le cause che sollecitarono l’abbandono della Certosa furono, probabilmente, la posizione disagiata del luogo, il cessato pericolo d’invasioni saracene e, non ultimi, i gravissimi danni provocati dall’alluvione del vicino torrente nel 1473.

Oggi il complesso della Certosa è proprietà di privati e, in parte, utilizzato come alpeggio estivo. Grazie alla concessione dei proprietari all’uso pubblico di parte del complesso, negli anni sono stati finanziati e realizzati dalla Regione Piemonte e dal Parco Orsiera-Rocciavrè imponenti opere di restauro conservativo strutturale ed architettonico, con la supervisione delle Sovrintendenze preposte.

Nei mesi da giugno a settembre è possibile compiere visite guidate al complesso monastico ed assistere a numerose ed importanti manifestazioni culturali ed artistiche.

Certosa di Banda

Il trasferimento dei monaci, in via definitiva, da Montebenedetto alla Certosa di Banda risale al 1499.
Anche questa Certosa fu poi abbandonata nel 1598, col trasferimento ad Avigliana e, in seguito, a Collegno.

La chiesa è aperta al culto ed è orientata, come quella di Montebenedetto, con l’abside rivolto a levante, secondo l’uso cistercense.
In questa chiesa esistevano importanti quadri, che nell’anno 1865, furono portati nella Cattedrale di Susa.

Sul complesso della Certosa è sorta l’attuale borgata di Banda, a 670 mt, e parte dei fabbricati che lo componevano sono ora abitazione dei borghigiani, mentre di altri restano solo rovine.

Anche questi luoghi, carichi di mistica atmosfera, sono raggiungibili con strada carrozzabile o meglio, in 30 minuti, con una panoramica mulattiera che parte dalla frazione Parore.

Borgata Tampe

A mt. 999 la borgata Tampe, antico insediamento composto da baite, stalle e fienili, costruiti interamente in pietra ed incorniciato da rigogliosi boschi, con una straordinaria veduta panoramica sul paese sottostante e la Valle.

Raggiungibile a piedi in 20 minuti, lungo un sentiero dopo aver lasciato la carrozzabile che termina in borgata Feisana, oppure salendo direttamente dal paese lungo l’antica mulattiera in ore 1,30.

Ora il luogo è abbandonato, se si escludono le due feste che in maggio (festa della Cappella di Santa Rita) ed agosto (festa della Cappella della borgata) richiamano lassù i villarfocchiardesi.

Ma un tempo, caratteristiche figure, rimaste parte della cultura di Villar Focchiardo, hanno animato quelle abitazioni: Melania, con il suo amore per il canto e la montagna, il fratello Vigiu che, divenuto cieco, volle comunque rimanere lassù tra i suoi monti, dove tutto gli era familiare, rendendo semplice qualsiasi spostamento. A loro si deve la costruzione della Cappella di santa Rita, di proprietà privata, sorta in una radura poco lontano dalle Tampe.

Con loro, lassù, altri due fratelli, Michele e Vincenzo, in apparenza due schivi montanari, in realtà sempre pronti ad ospitare chi si trovasse a passare di là per scambiare qualche parola.

Pra du Sap e Rifugio GEAT Valgravio

A piedi da Montebenedetto, si può raggiungere, in 30 minuti, a mt. 1380, Pra du Sap, una radura punto di ritrovo annuale del G.A.V. (Gruppo Alpinistico Villarfocchiardese) in occasione della festa sociale e, da qui, proseguire, in 15 minuti, verso il Rifugio GEAT Valgravio a mt 1485.

Pian dell’Orso

Tornando sulla carrozzabile lasciata per la deviazione a Montebenedetto, dopo averla percorsa interamente, incontrando alcune tipiche costruzioni rurali montane tra cui la Cittadella e l’alpeggio Fumavecchia, con 30 minuti a piedi, tra boschi di conifere, si raggiunge Pian dell’Orso a mt. 1920, il cui nome rappresenta un’altra testimonianza dell’antica presenza di questi mitici animali.
E’ un pianoro dal quale si può ammirare una splendida panoramica di tutta la bassa Valle di Susa da un lato e la Valle Sangone dall’altro.
Qui si trova la Cappella della Trasfigurazione, recentemente ristrutturata con l’annesso bivacco.

Ca’ d’ Marc

Non lontano da Pian dell’Orso, a quota mt. 1730, si trova la Ca’ d’ Marc, un riparo sotto la roccia con numerose incisioni rupestri raffiguranti animali e figure umane.
L’autore è Marco Delo, solitario pastore e scalpellino locale, vissuto alla fine dell’800.

Colle del Vento

Da Pian dell’Orso, dopo aver incontrato una piccola sorgente non sempre attiva chiamata Roc du Moutoun, si raggiunge il Colle del Vento mt. 2231, da dove si possono osservare le montagne più interne del Parco: il Rocciavrè mt. 2617, la Cristalliera mt. 2801, Malanotte mt. 2736, Pian Paris mt. 2738, il Villano mt. 2663 oltre ai valloni e colli che le separano Pian Reale, Colle della Cristalliera, di Malanotte, della Porta del Villano.
Nella conca sottostante, di chiara origine glaciale, si può ammirare il Lago Rosso mt. 1920 (conosciuto come Lago di Loo o Lago di Pian delle Cavalle), scendendo verso il quale, si arriva al pianoro di Mustione mt. 1670 e, successivamente, a Montebenedetto. Proprio la Certosa è punto di partenza per escursioni verso le cime citate, salendo al Lago Rosso e di qui a Pian delle Cavalle, verso Punta Pian Paris o Punta Villano. In alternativa, da Pian delle Cavalle, attraversando la grandiosa conca di Cassafrera e risalendo l’omonimo vallone, si arriva a Punta Malanotte e poi alla Cristalliera.

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